Mutui di stato? speriamo!

Pubblicato il 18 Giugno 2013

tra le pieghe del decreto fare, approvato la scorsa settimana dal governo letta, c’è un’indicazione che potrebbe portare una ventata d’ossigeno all’asfittico mercato immobiliare italiano. si tratta della possibilità che la cassa depositi e prestiti possa fornire direttamente alle banche liquidità per l’erogazione di mutui finalizzati all’acquisto dell’abitazione principale. la proposta è giunta dal ministro maurizio lupi

l’idea del resto non è nuova ed era stata invocata da diverse parti, in particolare confedilizia e fiaip. la federazione italiana agenti immobiliari professionali aveva infatti inserito questa possibilità (al numero 9) nel manifesto delle 11 proposte per il rilancio del mercato immobiliare

adesso, tramite il ministro dei trasporti e delle infrastrutture maurizio lupi, l’idea la troviamo nell’articolo 48 del pacchetto di provvedimenti al vaglio del consiglio dei ministri, contenuti neldecreto fare e semplificazioni. i soldi dovrebbe metterli la cssa depositi e prestiti, la società mista controllata all’80,1% dal ministero delle finanze e al 18,4% dalle fondazioni bancarie che gestiscono i risparmi postali degli italiani. in pratica i soldi per le famiglie che vogliono acquistare un’abitazione li metterebbero le stesse famiglie risparmiatrici

il progetto più probabile è quello della creazione di fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio postale e di buoni fruttiferi postali, che i risparmiatori dovrebbero sottoscrivere. la garanzia necessaria ce la metterebbe lo stato stesso

gli scenari quando si mettono in piedi operazioni di questo tipo sono due:

1. una ripresa del credito ipotecario e quindi del mercato immobiliare, senza conseguenze. affinché vada tutto bene è necessario che i mutuatari lavorino, l’economia si riprenda e nessuno abbia problemi a pagare le rate. si pensa quindi in uno scenario futuro di fine della recessione e ripresa dell’economia

2. se l’operazione si “finanziarizza” in eccesso e i mutuatari non sono in grado di pagare, a causa della perdita del lavoro o della riduzione salariale, allora cominciano i guai. i risparmiatori che hanno garantito i crediti cominciano a diventare nervosi e lo stato deve intervenire a coprire i buchi, aumentando il deficit, quindi il debito, quindi le tasse. quindi alla fine ci si rimette anche se si è garantiti

l’italia non è l’unico paese che potrebbe tentare una strada simile. il regno unito ha già approvato un pacchetto di stimoli ai mutui con garanzia dello stato

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